Quando si parla di concessione di prestiti o mutui sentiamo sempre più parlare di “banche dati”, ma di cosa si tratta effettivamente?
Per farla molto semplice si tratta di un sistema o meglio ancora di un database, utilizzato dalle banche e dagli istituti finanziari per registrare e condividere informazioni sui richiedenti di prestiti e sui prestiti stessi.
Questi database possono essere pubblici o privati:
- pubblico: La Centrale dei rischi di Bankitalia (CR)
- privata: I SIC (sistemi di informazioni creditizie) i principali sono: Crif Eurisc – Experian – CTC
Quando una persona fa una richiesta di prestito, la banca o l’istituto finanziario che la riceve, ancora prima di verificare i documenti reddituali presentati dal cliente, valuta la richiesta utilizzando informazioni presenti nel proprio sistema per vedere se sono già presenti operazioni in corso o concluse in passato con il loro istituto, dopo di che verifica le varie banche dati per vedere se ci sono altre informazioni creditizie sulla persona.
Le informazioni presenti nella banca dati possono essere divise in due categorie: informazioni positive e informazioni negative.
- Le informazioni positive: prestiti conclusi positivamente; estinzioni anticipate; prestiti, mutui, fidi, carte di credito attivi con rimborsi regolari.
- Le informazioni negative: prestiti in situazione di sofferenza; eventuali ritardi nei pagamenti; eventuali protesti o richieste di prestiti respinte da altri istituti.
L’insieme delle informazioni in banca dati indicano all’istituto finanziario la situazione debitoria al momento della richiesta, se c’è il rischio di sovraindebitamento in quanto sta rimborsando troppe rate e di possibile insolvenza.
Di conseguenza la finanziaria utilizzerà queste informazioni per valutare la richiesta di prestito e decidere se concederlo o meno. Ovviamente verificando anche la documentazione reddituale e la capacità di rimborso.
In questo caso il lavoro del consulente è quello di verificare che la richiesta del cliente sia sostenibile dal reddito e che gli permetta di onorare si l’impegno ma anche che non aggravi la sua situazione mettendolo in difficoltà in caso di imprevisti durante la vita del prestito.
Se la richiesta dovesse essere respinta, la banca o l’istituto finanziario inserirà le informazioni sulla richiesta e sulla ragione del rifiuto in banca dati e sarà condivisa tra le varie istituzioni finanziarie.
In questo modo, le altre banche e finanziarie potranno vedere che la richiesta è stata respinta e valutare di conseguenza le richieste di prestito future della persona.
Quanto durano le informazioni positive o le segnalazioni negative in banca dati?
Una delle società private più conosciute che gestiscono questo tipo di informazioni è CRIF e secondo quanto riportato sul loro sito le segnalazioni di credito: in generale, quelle negative, come ad esempio i ritardi nei pagamenti, rimangono nella centrale rischi per 5 anni dalla data in cui sono state segnalate.
Di seguito vi riporto una tabella sempre tratta dal loro sito che trovo molto chiara e specifica sulla durata di ogni singola segnalazione.
È possibile ovviamente accedere alle proprie informazioni, semplicemente facendone richiesta sul sito della banca dati e in poco tempo ricevere il proprio report con tutte le informazioni positive e negative.
LE MIE CONSIDERAZIONI
Lavorando con vari istituti che trattano il prodotto del prestito personale, tengo a precisare che spesso NON avere uno “storico” quindi non avere informazioni creditizie non è sempre sinonimo di punteggio positivo ai fini della richiesta, in quanto la finanziaria non trovando in banca dati informazioni sulla capacità di rimborso del cliente difficilmente si esporrà ad approvare il prestito e deciderà se rifiutare la richiesta o richiedere l’inserimento di un coobbligato nell’operazione, il famoso garante.
Esempio:
Giovanni fa la sua prima richiesta di prestito per l’importo di 10.000€, la finanziaria non avendo informazioni precedenti consiglia al cliente di aggiungere un garante alla richiesta che ovviamente abbia già avuto prestiti con pagamenti regolari o estinti.
Nel caso non possa aggiungere il garante alla richiesta, la società potrebbe consigliargli di procedere per un importo inferiore per 3 o 4.000€ per valutare la regolarità dei primi pagamenti per poi rifinanziare l’importo per un importo maggiore.
N:B: Mi raccomando in caso di rifiuto della richiesta fatevi stampare o inviare sempre la liberatoria anche se avete fatto richieste online e non in una filiale.
Se intendete provare con un altro istituto fate presente della precedente richiesta e spiegate bene la situazione in modo da permettere al consulente di trovare la soluzione al problema prima di caricare la pratica e avere l’ennesimo rifiuto, spesso con qualche accorgimento in più si può arrivare all’approvazione della pratica.